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Immagine del redattoreSimona

RITORNO ALLA QUOTIDIANITÀ? UNICA SOLUZIONE IL PIACERE PER CIÓ CHE SI FA

Settembre è un mese davvero strano. Ci avete mai pensato?

Si passa dalle vacanze estive, tra mare, montagna, lago o città visitate. Dal riposo o attività extra che durante l’anno non si fanno…al lavoro, allo studio e alle lezioni.

Un passaggio davvero particolare, da una situazione con alcune caratteristiche ad un’altra con altrettanti tratti. Due momenti proprio differenti!


Come avete reagito voi al rientro vero e proprio? Come è stato per voi il passaggio da una situazione ad un’altra?


Per me i passaggi non sono facili.

Portano in me tante emozioni anticipatorie.

Tanta ansia, pensieri sulle cose da fare lasciate all’inizio delle vacanze, nuove attività, domande che richiedono ancora una risposta.

Tanta emozione per i bambini, ragazzi e adulti che seguo. Emozione densa di eccitazione per non veder l’ora di sentire i loro racconti sulle vacanze e sulle nuove avventure o peripezie.

Tanta paura. Mi chiedo sempre se sarò pronta a rientrare nei ritmi del lavoro, tra tempi e velocità molto diverse dalle vacanze.

E poi cosa succede??

Che, come inizio a vedere le prime persone, rientro nei ritmi e prendo in mano email e telefono, il corpo e la testa è come se tornassero all’interno di un contenitore conosciuto. Dove le modalità, gli strumenti, i dialoghi e le situazioni nella loro similitudine o vicinanza aiutano a sentirmi pian piano più serena.


Confucio diceva:


“Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno in tutta la tua vita”

Ed è proprio vero!

Il piacere per quello che si fa (lavoro, studio o piacere che sia) è fondamentale per aiutarci a rientrare nei ritmi della vita quotidiana.

E questo vale per tutti? Neurotipici o neurodiversi?


Io credo proprio di sì.

Le vacanze possono avere valenze diverse. C’è chi vivendo situazioni difficili da gestire a scuola o al lavoro, durante le vacanze si rilassa e tranquillizza. C’è chi vivendo con grande entusiasmo le attività quotidiane, fatica a staccarsi e necessita di organizzare le proprie vacanze in modo preciso e strutturato e non vede l’ora di rientrare nella normalità che tanto conosce.

C’è chi poi mixa le due situazioni alternando momenti di serenità a momenti di difficoltà.

Nella mia esperienza, il rientro alla quotidianità per le varie tipologie di persone neurodiverse che seguo è sempre stato agevolato nel momento in cui le routine erano attese con emozioni positive e con un carico di attesa speranzosa. Cioè quando la quotidianità è ben accettata, è desiderata, è attesa perché piace e fa sentire bene.

E sono sempre più convinta che noi che operiamo nel settore dobbiamo andare verso questa direzione. Cioè aiutare le persone neurodiverse a trovare il proprio ambiente quotidiano felice, sereno e desiderato.

Questo vorrà dire aiutarle a trovare un’attività lavorativa n cui poter esprimere tutto il proprio potenziale e il proprio KI, oppure aiutare la scuola a creare le condizioni di inclusione positiva che aiuti un ragazzo a sperimentarsi positivamente alle scuole superiori o medie o un bambino/a alle elementari.

Senza questo, il ritorno alla quotidianità può diventare un incubo, creare stati d’ansia difficili da gestire, a volte persino attacchi di panico intensi.

Trovare il modo per esprimere il proprio scopo e il proprio KI per sentirsi parte del mondo e trovare uno spazio proprio. Questo è importante!


Tempo fa lessi una frase di Greta Thunberg:


“A scuola ero sempre sola, senza amici, mi sedevo in un angolo. A casa lo stesso, stavo male, avevo un disturbo alimentare. Tutto è passato perché ora ho capito qual è la mia strada. […] Ho trovato uno scopo.”

Indipendentemente che Greta piaccia o no, il concetto che trasmette è quello fondamentale. Trovare uno scopo nella propria vita per sentirsi sereni e felici.

E noi come operatori che accompagniamo persone autistiche e spesso le famiglie e le reti di riferimento, dobbiamo aiutare tutti a trovare questo scopo!

Altrimenti non facciamo altro che percorrere scale e strade senza meta. Consumando un sacco di energia a vuoto.

Trovare il proprio scopo aiuta anche nei cambiamenti e nei passaggi che lo possono caratterizzare. Se tale scopo motiva, ogni persona sarà agevolata nel tempo a rientrare con la mente e anche con il corpo nei ritmi della quotidianità e, magari, col tempo porsi anche altre mete e obiettivi prima mai pensati!

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