COME GLI INTERESSI ASSORBENTI PARLANO DI Sé
No non sto dando informazioni a caso.
E no, non c’è una teoria complottista dietro l’elenco appena fatto.
E no, non sto nemmeno impazzendo.
Quello che ho appena fatto è stato elencare alcuni dei mondi strabilianti che ho conosciuto grazie agli interessi assorbenti di persone autistiche che conosco. E che ringrazio per avermi arricchito.
Cosa sono gli interessi assorbenti?
Tutti noi abbiamo degli interessi specifici. Io per esempio adoro leggere, amo giocare ai videogiochi e assaggiare cibi differenti alle sagre di street food.
Anche le persone autistiche hanno i propri interessi. Questi possono essere però per loro assorbenti, cioè occupare molto tempo della giornata ed essere l’argomento prediletto in qualsiasi momento e contesto si stia vivendo.
A volte possono essere interessi molto comuni (come la passione per auto d’epoca o per i videogiochi del momento), altre volte possono essere particolarmente settoriali (come la passione per le guerre del novecento, interesse per gli insetti, per le teorie sui buchi neri o conoscenze molto approfondite di elettronica).
Questi interessi possono divenire realmente assorbenti, tanto che la persona non si rende conto del tempo che passa e che forse nel mentre sia importante andare a bere o a mangiare qualcosa. Sono talmente assorbenti, che non si accorge nemmeno di quante conoscenze così approfondite abbia al riguardo.
Per noi neurotipici possono sembrare a volte delle stranezze, tanto che spesso gli stessi autistici hanno imparato benissimo la frase “sì lo so ti sto annoiando con questo argomento” (frase che a forza di sperimentare hanno visto salvare la situazione relazionale a scapito della loro passione per il tema).
Eppure, questi interessi sono una fonte importante per gli autistici come per noi neurotipici. Danno a noi tutti la possibilità di esprimere il proprio KI e ciò che lo appassiona e rende vitale.
Ed ecco che le mie giornate lavorative sono diventate piene di ottimi argomenti di conversazione e spunti per ragionamenti per chi seguo.
Tali temi mi hanno aperto porte verso mondi che prima non conoscevo e verso modalità assolutamente interessanti di funzionare e ragionare.
Ho conosciuto il mondo dei Manga e degli Anime, ragionato sulle nuove teorie dei buchi neri (io ero rimasta ancora al buon vecchio Stephen Hawking), avuto confronti teorici su filosofie antiche giapponesi comparate con Platone e Aristotele (con fatica e grande sudore da parte mia), conosciuto i più svariati sentieri che costituivano le trincee delle linee italiane sulle Alpi, analizzato le caratteristiche dei personaggi di Harry Potter, esaminato elementi condensatori e linee elettriche o visto le differenze enormi che ci possono essere tra varie linee di treni di metropolitana in commercio.
Potrei procedere con elenchi ed elenchi di interessi assorbenti.
Cosa li accomuna? Un fascino potente che attira la persona. Che la porta ad indagare a fondo, a colmare tempi di noia e che la fa sentire bene.
Il benessere e, soprattutto, la sensazione di essere in quel campo competente è ciò che fa splendere il KI individuale in modo vibrante.
Ecco quelle che ho visto entrando in questi mondi.
Nei molti corsi di formazione fatti, gli interessi peculiari sono sempre stati visti come un qualcosa di potenziale. La miccia che può consentire alla persona sia di sentirsi bene, ma soprattutto di trovare un senso nella propria vita.
Come?
Semplicemente utilizzandoli all’interno della pratica clinica o, ancor meglio, facendoli divenir lo scopo principale della propria vita lavorativa.
Harry Potter è divenuto, così, la base per approfondire propri lati personali, paure e desideri.
La passione per i manga ha aiutato a sperimentare uscite con i compagni in fiere specifiche, affrontando con più desiderio il mondo fuori casa e lo stare con i coetanei.
La passione per l’universo, la storia o la filosofia hanno concesso di frequentare con maggior serenità un corso universitario finalmente specifico e quindi più abbordabile (rispetto alla scuola superiore e alle molte materie in essa proposte).
Oppure la passione per il pc è divenuta una professione lavorativa.
Ricordo ancora come in un corso di formazione mi abbiano parlato di un bambino molto “ossessionato” da un personaggio di un videogioco.
La domanda che mi è stata posta è stata “come posso fare per aiutare a contenere maggiormente l’invasività di tale personaggio nei discorsi che il bambino fa?”.
Sorrido ancora pensando alla domanda.
L’interesse assorbente deve essere capito.
Come fare?
Bisogna entrare in esso, porre domande, imparare a conoscerlo, vedere cosa attrae, oppure come aiuta la persona a stare bene.
Solo così è possibile conoscere maggiormente il Ki di chi abbiamo di fronte. E magari iniziare veramente ad aiutare!
Quindi auguro a tutti viaggi inaspettati in mondi assolutamente straordinari!
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